Cronaca
Napoli. Il nuovo clan “innominabile”: XX domina l’area ad Est di Napoli
Nella zona a Est di Napoli, un nuovo clan di camorra si fa spazio, e negli ambienti della “mala”, addirittura non è nominato ma solo contrassegnato co “XX”.
Come riporta Fanpage.it, la sigla sta ad indicare i De Martino, uno dei principali clan di Ponticelli.Gli scontri tra questi ultimi e l’alleanza composta dagli storici De Luca Bossa, dai Minichini e dagli Schisa sono attualmente in atto, tra colpi di pistola e bombe, per assicurarsi il controllo delle piazze di spaccio e delle estorsioni.
Solo nelle ultime 24 ore gli ordigni esplosi sono stati due ed entrambi miravano a colpire personaggi legati agli “XX”.
La prima bomba, saltata in aria nella notte tra lunedì e martedì, ha distrutto un’automobile di un uomo vicino per legami di parentela a uno dei vertici del gruppo.
La seconda, esplosa la notte scorsa, è stata lanciata verso il rione Incis, roccaforte del clan, direttamente dal cavalcavia della statale: una boato tremendo, otto automobili con i vetri schiantati dalla potenza dell’esplosione.
Come indicato da Fanpage.it, la doppia X è probabilmente nata sui social, con Antonio De Martino, che con quella sigla contrassegnava i suoi post. Ed è diventato, quasi per convenzione, il nomignolo usato per riferirsi al giovane, evitando così anche di nominarlo, e di conseguenza anche al suo gruppo.
Figlio del pregiudicato Francesco De Martino (gambizzato nel 2018 durante un permesso premio dal carcere e attualmente detenuto), ritenuto vicino al clan De Micco di Ponticelli, il 31enne è sua volta ritenuto un elemento di spicco prima del clan dei “Bodo”, uomo di fiducia del boss e da lui indicato come erede, e successivamente del gruppo nato dopo la disgregazione del clan.
Detenuto, Antonio De Martino è stato già condannato per l’omicidio di Salvatore Solla e nel 2019 per l’omicidio di Nunzia D’Amico, la “Passilona”.
Caserta
Si lancia sotto l’auto per sfuggire alle forze dell’ordine: rimane incastrato
Un uomo, di origini ucraine, in evidente stato di ebbrezza, ha cercato di sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine lanciandosi sotto un’auto in transito col tentativo di darsi alla chetichella. E’ accaduto nella serata di ieri in via Acquaviva, in quel di Caserta.
Grazie all’intervento tempestivo dei vigili del fuoco, l’uomo è stato disincastrato dalla Pegeout 208 nera, che si trovava a passare in quel momento, e trasportato in ospedale.
Non è in pericolo di vita: tragedia solo sfiorata.
Castel Volturno
Castel Volturno (Ce), quindicenne muore in piscina al compleanno dell’amica
Un ragazzo, originario di Capua, quindicenne, è morto mentre era in una piscina di Castel Volturno.
Secondo le prime ricostruzioni, si tratterebbe di un malore improvviso.
La vittima era con una comitiva di coetanei a festeggiare il compleanno di una compagna.
La tragedia è avvenuta al condominio “Fontana Bleu”, in Via Del Mare a Castel Volturno.
I soccorritori, una volta giunti sul posto, hanno constatato il decesso del giovane.
I carabinieri del reparto territoriale di Mondragone, guidati dal Colonnello Bandelli, hanno avviato le indagini sul caso.
Aversa
Aversa, mazzette per i permessi: tornano liberi ex dirigente, imprenditore e 3 tecnici
La maxi inchiesta condotta dalla Procura di Napoli Nord, sui permessi a costruire ad Aversa, vede una chiara svolta per alcuni degli indagati.
Il tribunale del riesame ha revocato la misura cautelare nei confronti dell’ex dirigente comunale Raffaele Serpico, assistito dall’avvocato Michele Dulvi Corcione che è riuscito – grazie al suo lavoro encomiabile – a far tornare in libertà il suo assistito.
Liberi anche l’imprenditore Yari Cecere, Anna Cavaliere, Donatello Diana e Alfonso Pisanelli.
Non sussisterebbero gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei sopraccitati, secondo i giudici partenopei ai quali è stata impugnata l’ordinanza di custodia cautelare ordinata dal gip Donata Di Sarno.
Gli indagati rispondono, a vario titolo, di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e soppressione, distruzione e occultamento di atti veri. All’epoca dei fatti, sarebbero state elargite delle mazzette per alterare i progetti e favorire costruzioni con aumenti di volumetrie superiori al 35%, il limite consentito dal ‘piano casa’ della Regione Campania.
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